Rossana Prola, esperta di piscine private e pubbliche e co-fondatore della società di consulenza Professione Acqua, è la protagonista di questa cronaca che si propone di dipingere un panorama del mercato italiano della piscina.
L'Italia, che avrebbe molto da dire sul mercato delle sue piscine, ma non lo fa, purtroppo
Il mercato italiano delle piscine è da sempre uno dei più dinamici d'Europa, poiché rispecchia il carattere del Paese: gli italiani sono creativi, ingegnosi, grandi lavoratori. Un po' anarchici, è vero, a volte un po' superficiali, ma se si mettono i pro e i contro sulla bilancia, certamente l'equilibrio pende dalla parte dell'eccellenza.
Penderebbe, è meglio dire. Questo articolo è per forza di cose pieno di condizionali, poiché in realtà si parla sempre e solo di potenziale, un potenziale che ancora non si realizza appieno.
Come sempre, noi italiani siamo abituati a denigrarci e, cosa ancora peggiore, a considerare migliore tutto ciò che viene da altri paesi, il perché ha radici storico-sociali profonde, ma non è il caso di addentrarsi in questo genere di spiegazioni. Fatto sta che il mercato europeo delle piscine vede l'Italia solo come un grande territorio di conquista, e certamente non lo teme. Dovrebbe, invece, e questa volta il condizionale è a nostro favore.
L'Italia, un paese amante del bello
Il mercato delle piscine italiano rimane solidamente un mercato di realizzazioni di alto contenuto tecnologico ed estetico, spesso dedicato alla fascia medio-alta della popolazione. Le piscine a basso prezzo hanno generalmente poca fortuna, e la ragione è molto semplice: per gli italiani la piscina è e resta un elemento associato al lusso, una dimostrazione di un posizionamento sociale, e quindi va mostrata. Se devo far vedere quanto sono (o sono diventato) benestante, non posso certo farlo con qualcosa di economico, o con una piscina uguale a quella del mio vicino di casa. Se la piscina fosse solamente un accessorio che possiede una funzione, potrebbe anche essere una qualsiasi cosa che si riempie di acqua. In tal caso, però, meglio spendere il meno possibile, basta una piscina da supermercato.
Il mercato delle piscine italiane è quindi solidamente fondato su due segmenti: le piscine interrate, realizzate principalmente in cemento armato o in pannelli metallici, magari a sfioro, e quelle molto economiche. La via di mezzo, cioè le piscine in kit, tutte uguali, né belle né brutte, né grandi né piccole, le piscine così così... anche no. Semplicemente, non sono adatte al nostro mercato. Da noi anche le piccole piscine prefabbricate devono essere belle, solide, accattivanti, per poter essere vendute.
Un mercato con delle specificità spesso messe da parte
Eppure, i grandi gruppi europei, le multinazionali emergenti insistono nel volerci vedere in modo diverso, affiancandoci spesso ad altre nazioni nelle quali le piscine sono mediamente più economiche, pensando che per noi vadano bene prodotti di primo prezzo dimenticando un fattore essenziale che ci contraddistingue come popolo, l'amore per il BELLO, un amore che nasce dalla nostra storia, dalla nostra cultura e dal fatto che la quasi totalità delle nostre città e cittadine sono veri e propri musei a cielo aperto. La Francia ci è stata proposta per anni come il nostro mercato di riferimento, contando e decantando la differenza nel numero delle piscine costruite, senza mai prendere in considerazione il fatturato globale, sul quale molto probabilmente si troverebbe un maggiore equilibrio. Il periodo del Covid, la grande inaspettata richiesta, ha favorito lo sviluppo di molte nuove aziende, che per la maggior parte hanno iniziato questa attività senza nessuna preparazione.
L'eleganza e il raffinatezza del mercato italiano delle piscine: un know-how che unisce design e alta tecnologia
Il livello tecnico, già piuttosto basso, si è ulteriormente abbassato. A queste aziende è possibile vendere di tutto, poiché conta solo il prezzo. Si è quindi sviluppato un segmento di mercato strano legato a queste aziende che costruiscono seguendo i desideri dei clienti cimentandosi in strutture che dovrebbero essere di pregio, ma lo fanno con materiale scadente e senza una adeguata preparazione tecnica. Il risultato è troppo spesso un disastro e questo impatta negativamente su tutto il nostro mercato.
Sarebbe il caso di prendere piena consapevolezza, da parte di tutti, del fatto che il mercato italiano ha delle peculiarità uniche ed irripetibili, che andrebbero rispettate e soprattutto valorizzate, senza tentare in ogni modo di cambiarle per adeguarle al resto dell'Europa.
I costruttori di piscine, quantomeno la parte più evoluta, hanno già da tempo preso consapevolezza del proprio valore ma soffrono della concorrenza percepita come sleale da parte di chi riesce a costruire piscine, pur senza avere nessuna preparazione, grazie all'appoggio delle aziende che hanno la necessità di continuare a vendere e aumentare il proprio fatturato. Sarebbe necessario, ed in questo caso il condizionale è quasi senza speranza, operare una sorta di pulizia del settore, relegando ai margini chi non si dimostra all'altezza.