Le recenti fusioni societarie, finalizzate a costituire grandi gruppi internazionali, hanno fatto riflettere molti.
Io, da consulente ma soprattutto da presidente della più rappresentativa associazione italiana di operatori del settore delle piscine, ho da tempo una mia convinzione sull'argomento, che a seguito di questi avvenimenti si sta facendo sempre più solida.

Ho imparato da piccola a trasformare i problemi in opportunità. He who is not strong must be clever, chi non è forte deve essere intelligente, non c'è altra scelta, e io di forza non ne ho mai avuta molta.

Il tessuto produttivo italiano, così frammentato, realizzato principalmente da micro-aziende, viene spesso considerato un motivo di crisi e un aspetto negativo, e se si guarda alle grandi aziende che si aggregano per diventare colossi, in effetti sembra sia così.

Ma se vogliamo trasformare questa nostra caratteristica in una opportunità, possiamo anche immaginare di realizzare qualcosa di unico a livello europeo e forse mondiale, che veda questa nostra caratteristica, apparentemente negativa, trasformarsi in un sistema economico completamente differente da quello che fino ad ora ci si è trovati ad affrontare. Seguire una strada che non si è in grado di percorrere è una follia, meglio fermarsi e cercarne un altra.

In fondo, quando si è piccoli ed agili è più facile scavalcare montagne, superare dirupi e, chissà, magari arrivare prima rispetto a chi ha preso l'autostrada con i suoi grandi TIR.
Certo, non è pensabile produrre le stesse cose, poichè la possibilità di essere competitivi con il prezzo è pressochè nulla. Bisogna costruirsi una identità unica, come abbiamo fatto per altri settori, quali la moda, il cibo, il vino, l'arredamento, la tecnologia avanzata, le auto, finchè si è potuto... prodotti unici per i quali il prezzo passa in secondo piano. In questo modo sarebbe possibile evitare di competere sul prezzo, cosa che ci garantirebbe la possibilità di restare quello che siamo, ed anche, perchè no, orgogliosi di esserlo.

La strada per arrivare a questo, però, visto il punto di partenza, non è certo nè semplice nè breve. Il lavoro da fare è tanto, poichè è necessario elevare moltissimo, qualitativamente e culturalmente, il nostro modo di lavorare. Ma nessuna strada è impossibile, quando si è determinati. Un passo alla volta, quando la meta è ben chiara, e prima o poi si arriva. D'altra parte, quali alternative abbiamo? Farci comprare o sparire. Niente altro.

Ben vengano quindi le piccole imprese artigiane che costruiscono piscine, ma devono essere piscine italiane, non piscine qualsiasi! E per piscine italiane si deve intendere non solo l'eccellenza nella progettazione architettonica, nei materiali, nella cura dei particolari, ma anche inventiva e genio nel trattamento acqua. Non solo. Una volta tanto, piscine italiane deve diventare sinonimo di costruzione secondo le regole, tutte le regole, di rispetto dell'ambiente, di serietà e trasparenza. Qualcosa che, possiamo dirlo, il mondo solitamente non si aspetta dall'Italia.

E se vogliamo sognare, tanto è gratis, possiamo immaginare un piccolo settore economico nel quale la redditività sia sufficiente a lavorare tranquilli, ad avere più tempo, a far stare meglio i nostri dipendenti. Senza l'angoscia della cifra in basso a destra, la vita cambia. Utopia? E perchè? Quale è la ragione che ci impedisce di farlo, o almeno di provarci? In fondo, ad essere comprati o a sparire si fa sempre in tempo.

Rossana Prola 

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